Come ormai sappiamo è sempre più importante per il fisioterapista, che spesso si trova davanti pazienti con dolore cronico, avere competenze sui meccanismi del dolore ed essere formato per identificare e intervenire anche su fattori comportamentali che hanno un peso importante sulla riuscita dell’intervento terapeutico.
Cos’è il COPING?
Il termine coping deriva dal verbo inglese to cope = fronteggiare. Quando si parla di abilità di coping quindi ci si riferisce alle strategie mentali e comportamentali che una persona mette in atto per gestire/fronteggiare situazioni problematiche.
Le capacità di coping caratterizzano l’adattamento ad una situazione stressante e sono un processo dinamico atto a gestire l’equilibrio tra l’individuo e l’ambiente.
Purtroppo l’adattamento non ha sempre un esito positivo. A volte le abilità utilizzate in alcune situazioni stressanti non sono adatte alla gestione delle suddette, quindi tendono ad amplificare l’evento stressante. In questo caso si parla di coping disfunzionale poiché determina un aumento dello stress.
Le capacità di coping sono invece adattive quando portano l’individuo in uno stato di benessere psico-fisiologico a breve, medio e lungo termine, è ormai noto in psicologia che LA MANIERA IN CUI LA PERSONA VIVE LA MALATTIA INFLUENZA SINGNIFICATIVAMENTE IL BENESSERE PSICO-FISIOLOGICO.
Le abilità di coping possono essere incrementate modificando comportamenti e credenze, sviluppando nuove strategie o migliorando quelle di cui si è già in possesso.
L’allenamento delle capacità di far fronte al dolore (Pain Coping Skill Training) è un intervento cognitivo comportamentale per aiutare i pazienti a far fronte al dolore autoregolando comportamenti , sentimenti e pensieri.
SCOPO DELLO STUDIO
Questa recentissima revisione sistematica e meta-analisi Pubblicata il 26.10.2020 sulla rivisita “Clinical Rehabilitation” ha come obiettivo primario quello di valutare l’efficacia di un programma di allenamento delle capacità di coping (PCST) su DOLORE, FUNZIONALITA’ e OUTCOME PSICOLOGICI nei pazienti con ARTROSI; il secondo obiettivo è quello di indagare se questo intervento abbinato ad un programma di esercizi possa incrementare ulteriormente i risultati.
BACKGROUND…
Negli studi condotti precedentemente sull’argomento sono emersi risultati contraddittori:
In alcuni studi è risultato significativamente efficacie e l’allenamento delle capacità di coping (PCST) combinato con il controllo del peso corporeo e con gli esercizi per ridurre il dolore nei pazienti con artrosi.
Nello studio di Bennell et al. la comparazione fra PCST ed esercizi sembra essere più efficacie rispetto ai singoli interventi MA in altri studi invece l’aggiunta del PCST agli esercizi non ha migliorato gli outcome rispetto ad i soli esercizi.
COME E’ STATO CONDOTTO LO STUDIO ?
Sono stati inclusi trials clinici randomizzati pubblicati entro il 30 settembre del 2020, i soggetti degli studi dovevano avere artrosi sintomatica e/o radiograficamente documentata in qualsiasi articolazione, MA principalmente i soggetti degli studi presi in esame avevano artrosi ad ANCA e GINOCCHIO.
[Per vedere nei dettagli i criteri di inclusione ed esclusione vi invito a leggere il full text (PDF)]
Le misure di outcome sono stati cinque due dei quali sono:
DOLORE e FUNZIONE FISICA (misurati con la scala WOMAC o con l’AIMS)
E tre outcome psicologici:
CATASTROFIZZAZIONE DEL DOLORE (PCS)
EFFICACIA DELLE STRATEGIE DI COPING (CSQ)
AUTO-EFFICACIA (ASES)
Gli studi presi in esame sono stati 10 con 1195 pazienti ed è stata analizzata l’efficacia dell’allenamento della capacità di coping rispetto al gruppo di controllo, poi i pazienti del gruppo sperimentale sono stati divisi in due sotto gruppi usando come discriminante l’avere o non avere eseguito un programma di esercizi in aggiunta al PCST.
COSA E’ EMERSO DA QUESTO STUDIO?
Il training delle capacità di coping si è rivelato efficacie con differenze significative rispetto al gruppo di controllo sia per quanto riguarda DOLORE e FUNZIONE sia nei tre OUTCOME PSICOLOGICI.
Per quanto riguarda gli outcome funzione e dolore raggruppati nella scala WOMAC invece i miglioramenti non risultano significativi come nella scala AIMS.
Analizzando invece i due sottogruppi nei quali un gruppo aveva eseguito anche gli esercizi oltre al PCST i risultati sono stati diversi da come ci si sarebbero potuti aspettare:
Entrambi i sottogruppi sono migliorati per quanto riguarda il DOLORE rispetto al gruppo di controllo, non ci sono state differenze per quanto riguarda la FUNZIONE fra i due gruppi.
Invece un miglioramento statisticamente significativo nell’AUTO-EFFICACIA e nella CATASTROFIZZAZIONE DEL DOLORE è stato rilevato nel gruppo che NON aveva eseguito gli esercizi.
Non sono stati rilevate differenze significative nel Coping Strategies Questionnaire (CSQ).
Entrambi gli interventi dei due sottogruppi si sono dimostrati sicuri, gli eventi avversi sono stati rari.
QUALI SONO LE CONCLUSIONI E QUALI RIFLESSIONI DOBBIAMO FARE?
Il training delle capacità di coping si è dimostrato essere efficacie e sicuro nella gestione del paziente con artrosi per quanto riguarda il dolore, la funzione e anche gli outcome psicologici mentre la sua integrazione con gli esercizi non sembra migliorare ulteriormente gli outcomes.
Probabilmente l’argomento è più complesso di quello che sembra in quanto la combinazione fra l’allenamento delle capacità di coping e l’esercizio non è una semplice somma MA ci sono molti fattori che entrano in gioco.
Il dolore cronico è più di una condizione fisica e i meccanismi fisiologici e psicologici si influenzano a vicenda:
I pazienti spesso hanno false credenze riguardo all’esercizio terapeutico , queste credenze influenzano i meccanismi di auto-regolazione del dolore, la capacità di adattamento e possono portare all’evitamento di alcuni movimenti ritenuti nocivi; allo stesso modo l’attività aerobica, l’aumento della forza muscolare e l’allenamento all’endurance possono influenzare gli aspetti psicologici.
Per fare un esempio pratico : se un paziente pensa che tutte le volte che piega il ginocchio ci sia un danno alla cartilagine se noi gli proponiamo un esercizio di flessione del ginocchio, senza averlo convinto che la sua è una falsa credenza, probabilmente questa credenza influenzerà il paziente che sarà meno propenso ad effettuare l’esercizio proposto o ne trarrà meno beneficio in quanto la sua credenza influenzerà il suo aspetto psicologico.
Gli effetti dell’esercizio terapeutico e delle strategie di coping lavorano attraverso complessi meccanismi che devono prendere in considerazione anche i fattori biopsicosociali, perciò serviranno studi nei quali questi meccanismi vengano approfonditi maggiormente.
In ogni caso sembra diventare sempre più importante per il fisioterapista sapere qual è il suo ruolo nella gestione del dolore e sapere come aumentare le capacità di coping del paziente.
Visto che dagli studi più recenti è emerso che entrambi gli interventi presi singolarmente migliorano la condizione dei pazienti con artrosi, sarà importante in un prossimo futuro capire come poter bilanciare all’interno del piano di trattamento ESERCIZIO e allenamento alle strategie di COPING per massimizzare i risultati.
A cura di Giuditta Mini
Fisioterapista