L’allenamento della forza può rappresentare realmente una proposta efficace e sicura di prevenzione dagli infortuni sportivi?

L’allenamento della forza in riabilitazione è in questi anni un argomento di notevole rilevanza e molto dibattuto sotto diversi punti di vista. Studi ne hanno accertato l’efficacia nella riduzione delle cadute nell’anziano, altri hanno dimostrato come sia benefico anche nel bambino e nell’adolescente. Detto ciò, sull’effetto preventivo dagli infortuni di questa modalità di esercizio cosa sappiamo realmente? La prevenzione degli infortuni sport-correlati sta assumendo un’importanza sempre maggiore per diversi motivi: le metodologie di allenamento sport-specifico stanno cambiando, le richieste atletiche e prestazionali sono sempre maggiori e la gestione di un atleta professionista infortunato a volte raggiunge valori economici elevatissimi. Mentre la gestione dell’infortunio dell’atleta rappresenta un problema economico ed organizzativo, la prevenzione sotto forma di allenamento della forza sembra essere facilmente proponibile, economica e soprattutto sicura. Rimane però da oggettivarne modalità, efficacia e dosaggio, cosa che proveremo a fare analizzando questo studio di Lauersen pubblicato sul British Journal of Sports Medicine nel 2018.

 

Scopo dello studio

Questo studio si tratta di una revisione sistematica che si pone l’obiettivo di identificare ed analizzare qualitativamente e quantitativamente RCT che hanno studiato la correlazione tra programmi di allenamento della forza e la conseguente prevenzione di infortuni sport-correlati.

 

Come è stato condotto lo studio?

La ricerca bibliografica degli studi eleggibili è avvenuta tramite ricerca sui principali database elettronici in aggiunta ad i risultati di una stringa di ricerca già esistente. Sono stati inclusi nella ricerca studi pubblicati prima di luglio 2017. Due revisori hanno separatamente valutato titoli, abstract e full text e valutato il rischio di bias tramite il domain-based tool raccomandato dalla Cochrane Collaboration.

Criteri di inclusione:

  • programmi di allenamento della forza
  • programmi di prevenzione primaria nello sport
  • assenza di infortunio alla baseline
  • adeguato dosaggio dell’esercizio in quanto a volume, intensità e tipologia

Criteri di esclusione:

  • allenamento diverso da quello della forza
  • patologie concomitanti influenti (es. patologie connettivali)
  • dati oggettivi surrogati di infortunio (es. ROM ridotto)
  • utilizzo di strumenti accessori (es. kinesiotape)

Per valutare l’affidabilità dei risultati è stata eseguita un’analisi sottogruppo sull’età, cecità, tipo di intervento ed outcomes con una meta-regressione sulla qualità totale degli studi.

Gli articoli inclusi per lo svolgimento della revisione sono sei, quattro dei quali hanno preso in esame infortuni acuti e traumatici, uno infortuni da overuse ed un altro tutti i tipi di infortunio.

 

Interventi ed outcomes

Nonostante tutti gli studi abbiano proposto interventi di validata ed affidabile metodologia, i programmi di allenamento della forza sono risultati differenti tra loro in termini di volume (quantità di esercizio eseguito), intensità (ripetizioni/serie sulla forma xRM) e durata del programma:

  • valore medio volume: 80.33 (11.7-253) ripetizioni/settimana;
  • valore medio intensità: 8.39 (7.14-9.27) RM;
  • valore medio durata del programma: 21.39 (10-39.93) settimane.

Tre studi hanno proposto programmi pre-season di rinforzo diretto agli hamstrings (Nordic-hamstrings e flywheel) con l’obiettivo di prevenire infortuni acuti in calciatori con volume di lavoro diverso tra gli studi. Uno studio ha proposto un programma di forza di 14 settimane volto al lavoro concentrico ed eccentrico dei muscoli estensori d’anca e ginocchio per prevenire dolore di ginocchio da overuse in reclute militari. Uno studio ha proposto esercizi di forza a giocatrici di calcio adolescenti (12-17 anni) di squadre professionistiche femminili (squat lento, single leg squat lento, bench press) in aggiunta ad esercizi propriocettivi dinamici e di coordinazione per prevenire lesioni al ACL: il programma veniva svolto 2 volte/settimana per tutta la stagione calcistica. Infine, uno studio ha analizzato l’insorgenza di tutti i tipi di infortuni in giovani calciatori (13-14 anni) a cui è stato proposto un programma di lavoro individualizzato e supervisionato di 10 esercizi (squat, bench press, sit-ups, push-up, ecc.) per 36 sedute.

La compliance al programma di allenamento è stata promossa attraverso l’educazione dei coaches, materiale scritto o sessioni supervisionate.

Quali sono i risultati emersi dallo studio?

Nell’analisi congiunta, la durata dell’intervento non è risultata significativa, mentre l’aumento del volume di lavoro e l’intensità correlano significativamente con la prevenzione dagli infortuni sportivi. Un aumento del 10% del numero di ripetizioni di esercizi di forza comporta una riduzione del 4.3% del rischio di infortunio (a parità di volume e di durata del programma).

Dei quattro studi che hanno indagato infortuni acuti (3 studi sugli hamstrings ed 1 studio su ACL) si è ridotta significativamente l’incidenza di infortuni, mentre nello studio che ha indagato infortuni da overuse è emersa una riduzione del 75% del dolore anteriore di ginocchio.

A parte la difficoltà di mantenere il cieco nei partecipanti, non sono stati identificati rischi di bias rilevanti.

Conclusioni e considerazioni

Analizzando questo studio, possiamo affermare che programmi di allenamento della forza, in popolazioni di atleti non del tutto omogenee, riducono gli infortuni sportivi in media per il 66% e sono in grado di dimezzare il rischio di infortunio sportivo. Se si parla di infortuni acuti, il meccanismo d’azione con cui hanno effetto i programmi di forza possono essere diretti (es. si prevengono infortuni agli hamstrings proponendo esercizi di forza direttamente sugli hamstrings) o indiretti (es. si prevengono infortuni al ACL tramite esercizi di forza indirettamente su tutto l’arto inferiore). Nel caso di meccanismi indiretti, l’effetto dell’allenamento della forza assume un ruolo importante non solo sulla prevenzione, comportando un aumento di coordinazione, il miglioramento della tecnica di movimento specifica, una riduzione del carico a livello articolare e una stimolazione psicologica positiva. Per quanto riguarda gli infortuni da overuse invece, lo studio eseguito sulla prevenzione del dolore di ginocchio in reclute militari attribuisce all’allenamento della forza la capacità di ridurre gli stress articolari sulla cartilagine, favorire la corretta cinematica rotulea e l’ottimale equilibrio tra catabolismo ed anabolismo tissutale.

Un punto di forza importante di questa revisione è la qualità elevata di tutti gli studi inclusi, mentre possibili limitazioni sono da attribuire alla scarsa quantità di studi inclusi e alla eterogeneità delle popolazioni analizzate.

Ad ogni modo, dai risultati ottenuti possiamo affermare che incrementare volume ed intensità dei programmi di forza potrebbe potenziare l’effetto preventivo dagli infortuni sportivi, ma saranno necessari ulteriori studi in merito. Rispetto alla durata del programma dell’allenamento di forza invece, non siamo in grado di affermare che la scarsa correlazione con la prevenzione dagli infortuni sportivi sia dovuta ad una bassa compliance, aspetti psicologici o ad altri fattori. Saranno necessari ulteriori studi che analizzino la durata del programma necessaria, ma anche altre variabili non incluse in questi studi, come riposo tra le serie, riposo tra le sedute d’allenamento, velocità di movimento e range of motion degli esercizi.

Take home message

Possiamo quindi affermare che l’allenamento della forza sia un metodo efficace di prevenzione dagli infortuni sportivi? Assolutamente si, e non solo! Esiste una significativa correlazione tra il dosaggio di esercizi di forza (in quanto a volume ed intensità) e la risposta preventiva da infortuni sport-correlati. Inoltre, supportati da numerosi studi in letteratura, questo tipo di intervento comporta una prevenzione raramente raggiungibile da qualsiasi altro tipo di intervento riabilitativo e non solo in contesto sportivo.

Gli studi inclusi inoltre, ci portano a sfatare nuovamente un falso mito, ovvero che programmi di forza nel bambino/adolescente siano sicuri, efficaci e preventivi.

You can’t go wrong, getting strong!

A cura di Andrea Zucchini
Fisioterapista
Collaboratore HealtHub

 

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