Liberamente tradotto e reinterpretato da Dr Claire Minshull (Rehabilitation & Conditioning Specialist)
“Is Strength Important In Rehabilitation? Establishing the Priority” da PhysioNetwork ( LINK FONTE ).
Quanto conta il lavoro di forza nella riabilitazione? Tutti siamo sicuri che lo sia, ma quanto peso gli diamo per davvero? Come clinico probabilmente hai una moltitudine di outcome più “riabilitativi” da tenere sott’occhio. ma una volta che il dolore è sotto controllo e il tuo paziente sta uscendo dalla fase acuta, sei davvero in grado di stabilire una gerarchia di importanza degli indici della funzione muscolare e di conseguenza del lavoro di forza?
In questo articolo cercheremo di capire un po’ meglio come orientarsi.
Prima di tutto è necessario capire che non si possono fare esercizi sensati se non si ha chiaro quale sia l’obiettivo da raggiungere: se il tuo target è la propriocezione non ha molto senso cercare di sviluppare un esercizio di forza massimale. Gli esercizi che fanno bene e servono per tutto sono poco efficaci.
Tenendo conto delle tue esperienze come clinico, credi che sia meglio lavorare in prima istanza sulla forza resistente o la forza massimale? Solitamente in ambito riabilitativo si tende a lavorare maggiormente per la forza resistente, mentre la forza massimale sembra sempre un contorno, un qualcosa più, quasi da personal trainer per vogliono cercare di raggiungere l’ipertrofia delle masse muscolari.
Quindi, quello che voglio fare in questo articolo è suggerire, o ancor meglio incoraggiare, l’utilizzo della forza massimale prima di tutto. Una volta che i tessuti sono in grado di tollerare carichi elevati (rispettando sempre il principio tra carico e capacità di carico) risulta clinicamente appropriato programmare il potenziamento della forza massimale nei vostri pazienti.
Sono già presenti in letteratura svariati articoli che hanno mostrato benefici nell’utilizzo di carichi elevati di lavoro anche nella popolazione anziana, diversamente da quanto si ritiene nell’immaginario collettivo. Ovviamente non vi sto dicendo di iniziare il vostro programma di lavoro con un set di 3-5 ripetizioni massimali alla prima seduta senza alcun riguardo verso il dolore del paziente e la sua condizione attuale, ma sto cercando di far passare il messaggio che un approccio che preveda l’allenamento della forza massimale è esternamente utile nei vostri pazienti.
Cerchiamo di riassumere e di chiarire cosa intendo davvero per FORZA. Mi piace rendere l’idea con la metafora della benzina e del serbatoio, ma cercherò di spiegarmi meglio. La forza muscolare di cui parlo io (o la forza massimale, se vogliamo rendere l’idea in italiano ndr) è la forza massima che genera un muscolo o gruppo muscolare in una singola contrazione. Durante le attività quotidiane, di solito non tendiamo a usare tutta la nostra forza, quindi la maggior parte degli sforzi nella vita e nella maggior parte degli sport sono sub-massimali.
Tuttavia, cosa succede se sei debole o non sei abbastanza forte? Considera una persona debole o molto decondizionata che si alza da una sedia; questo semplice movimento potrebbe rappresentare uno sforzo massimale per questi individui. Pertanto, quella persona può gestire solo un paio di ripetizioni: il suo serbatoio del carburante è vuoto. Ora considera che quell’individuo intraprenda un programma di allenamento della forza: sarà cosi in grado di aumenta il suo serbatoio. Lo sforzo richiesto per compiere quel movimento che abbiamo descritto in precedenza (alzarsi dalla sedia) diminuisce notevolmente: diventa perciò un lavoro sub-massimale e i nostri individui cosi deboli e decondizionati saranno in grado di eseguire molte più ripetizioni, con facilità. Per forza esplosiva intendo fondamentalmente la velocità di produzione della forza muscolare. Pensa a provare a sviluppare la forza esplosiva nel paziente che descrivevamo prima, quindi decondizionato. La forza esplosiva è importante per aiutare la corretta postura ed evitare una caduta, ma se il serbatoio di carburante è quasi vuoto non importa quanto velocemente si provi a sviluppare forza, questa risulterà comunque non adeguata al compito richiesto.
Ci sono molti studi che mostrano effetto positivo dell’allenamento della forza per i dolori articolari nell’osteoartrosi per esempio: addirittura un paio di recenti meta-analisi di alta qualità hanno mostrato una correlazione tra debolezza muscolare e aumento del rischio di mortalità. Quindi, vi propongo un cambiare il vostro modo di pensare all’allenamento della forza in riabilitazione. È importante costruire una base solida di forza muscolare così che questa influenzerà positivamente e rapidamente le capacità di stabilizzazione articolare. Successivamente, possiamo adattare e specializzare il lavoro di forza in base alle esigenze e agli obiettivi dell’individuo. Mi trovo di fronte ad un atleta potente come un ostacolista, un mediano di spinta di una squadra di rugby, una signora di mezza età desiderosa di tornare a tennis o un uomo anziano con un ginocchio artrosico che desidera mantenersi attivo?
Per quanto tempo e quante sedute siano necessarie per l’allenamento della forza differiranno chiaramente in base all’individuo e, naturalmente, il programma di allenamento non deve coinvolgere obbligatoriamente le 4 fasi e tutti gli aspetti della “funzione” muscolare (forza esplosiva, forza resistente, ipertrofia, forza massimale ndr).
Quindi circa un anno fa ho scritto un post sulla periodizzazione in riabilitazione e ho presentato questa figura di seguito. È tratto da un capitolo che ho scritto per il nuovo libro di testo di Medicina dello sport di Elsevier e mostra un modo progressivo in cui strutturare la riabilitazione in base al quale possiamo raggiungere risultati molteplici, usando un approccio periodico. Mentre diversi interventi chirurgici, popolazioni di pazienti e obiettivi richiedono ciascuno un approccio specifico, questo schema può fungere da modello trasversale per lavorare con i vostri pazienti.
La dimensione della freccia indica il focus di ogni fase (o ciclo). Per inciso, il tasso di sviluppo della forza è circa l’equivalente scientifico della potenza muscolare.
Nella colonna 1 puoi vedere chiaramente un approccio graduale che si concentra sulla forza muscolare. Nella fase iniziale gran parte dell’attenzione in ambito riabilitativo si concentra sulla forza resistente e sulle capacità senso-motorie (propriocezione), ma mentre il programma avanza e il paziente sviluppa queste capacità, l’attenzione si sposta su altri elementi, come lo sviluppo di forza massimale e l’apprendimento su come utilizzare queste nuove capacità in un nuovo setting (gesto sport specifico ndr).
RIASSUNTO
Quello che abbiamo trattato è un argomento complesso e che provoca molte discussioni. Il mio intento è quello di sollecitare una riconsiderazione delle priorità di noi fisioterapisti quando si parla di sviluppo di forza muscolare e quando andrebbe inserita in un programma riabilitativo. Temo che le famigerate 3 serie da 10 con una fascia di resistenza gialla non siano adeguate per lo sviluppo della forza nella maggior parte dei casi, cosi come un protocollo uguale per tutti i pazienti o un foglio di esercizi senza individualizzare l’approccio in base a quelli che siano gli obiettivi.
Se sono riuscito a convincervi, grazie alle evidenze scientifiche da me citate, dei benefici che ha l’allenamento della forza e delle conseguenze della sua mancanza, modificando un po’ il nostro vecchio modo di pensare, possiamo davvero migliorare l’efficacia dei nostri programmi riabilitativi e il tempo che trascorriamo con i nostri pazienti.
BIBLIOGRAFIA
- Csapo R Effects of Resistance Training With Moderate vs Heavy Loads on Muscle Mass and Strength in the Elderly: A Meta-Analysis cand J Med Sci Sports 2016 Sep;26(9):995-1006.doi: 10.1111/sms.12536.Epub 2015 Aug 24.
- Hughes D et al .2018 Adaptations to Endurance and Strength Training Harb Perspect Med 2018 Jun 1;8(6):a029769.doi: 10.1101/cshperspect.a029769.
- Minshull C et al. (2017). Considerations of the Principles of Resistance Training for the Management of Knee Osteoarthritis; A Systematic Review. Archivesof Physical Medicine and Rehabilitation. 98(9):1842-1851.
A cura di Simone Pratesi
Fisioterapista OMPT
Fondatore HealtHub